Le benzodiazepine (es. il Tavor (R) ) sono farmaci psicoattivi ad effetto ipnotico. Essi agiscono a livello del SNC, quindi sono sostanze psicotrope. La loro funzione è di tipo sedativo, tranquillante o sonnifero a seconda del tipo di farmaco e del suo dosaggio.
Tuttavia, anche un comune analgesico per il mal di testa può avere, oltre all'effetto antidolorifico, anche un effetto sedativo ipnotico, agendo anche a livello del SNC. Pertanto è importante conoscere l'azione di un farmaco, non solo l'effetto terapeutico ma anche l'effetto collaterale e sistemico su altri tessuti e funzioni fisiologiche che non sono quelle che desideriamo trattare. Se una persona prende analgesici per il mal di testa o altro dolore e ne sottovaluta l'effetto collaterale ipnotico, potrebbe trovarsi ad avere sonnolenza in momenti in cui è invece richiesta vigilanza (ad esempio mentre guida l'automobile).
E' importante conoscere gli effetti collaterali dei farmaci soprattutto a livello di neurotossicità, epatotossicità, nefrotossicità...
Le benzodiazepine sono sostanze psicoattive o psicotrope, pertanto agiscono a livello dei neuroni, che sono le cellule del SNC (encefalo, midollo spinale). Agiscono sul cervello, pertanto devono essere in grado di oltrepassare la barriera emato-encefalica. Il loro scopo è quello di ottenere un effetto tranquillante o soporifero, quindi di ridurre l'ipereccitabilità delle cellule neuronali. Ovviamente il loro utilizzo è giustificato dalla presenza di seri stati di ansia non diversamente gestibile, specialmente in pazienti con problemi cognitivi es. alcuni pazienti anziani o in pazienti psichiatrici, oppure per il trattamento delle condizioni di insonnia notturna anche temporanea, per esempio dovute a stress e preoccupazioni, senza che la persona abbia problemi psichiatrici o psicoemotivi in senso stretto (può essere una situazione temporanea di agitazione ed insonnia e stress dovuto a fattori esterni, per es. problemi al lavoro o nello studio o nelle relazioni, un lutto o altre cose ancora).
Ogni cellula neuronale ha un potenziale di membrana, di tipo elettrico, a riposo, che è circa -70 mV per i neuroni, che sono le cellule del sistema nervoso centrale. Non tutte le cellule dell'organismo sono eccitabili: lo sono i neuroni, le cellule muscolari comprese quelle striate del miocardio, e alcune cellule endocrine. Quando la cellula è a riposo, ha al suo interno (LIC) un eccesso di cariche negative (cioè caricate negativamente nel senso elettrico del termine) rispetto all'esterno (LEC). Ecco perché c'è il potenziale di membrana. Nel SNC, lo ione potassio e lo ione cloro sono più concentrati nel LEC che nel LIC e si forma un gradiente di concentrazione ionica diretto dal LEC al LIC. Ci sono canali ionici sulla membrana cellulare, di natura proteica, che consentono agli ioni di attraversarli secondo gradiente. La quantità di ioni che passa dal LEC al LIC è regolata anche dal grado di apertura della proteina canale. Maggiore è il potenziale di membrana, minore è l'eccitabilità della cellula. Olte alle proteine canale ci sono anche proteine pompa, che anziché sfruttare il gradiente di concentrazione ionica utilizzano ATP, cioè energia (adenin-tri-fosfato) che rilascia energia sganciando un gruppo fosfato e diventando ADP. Queste proteine pompa riescono a pompare gli ioni contro gradiente di concentrazione, ecco perché hanno bisogno di energia per farlo, perché praticamente compiono un lavoro. Un esempio è la pompa sodio-potassio, detta pompa ionica.
La molecola di acido gamma-ammino-butirrico o GABA è una sostanza endogena, fisiologica. Il soggetto che ne produce molto, dorme... se ne produce troppo poco rimane insonne...
Il principio attivo delle benzodiazepine, il DIAZEPAM si trova in farmaci commercializzati con i nomi noti di Ansiolin, Noan, Valium... il diazepam si lega a recettori diversi da quelli del GABA, ma aiuta il GABA a funzionare meglio. Non ne fa aumentare la produzione endogena, ma ne potenzia l'effetto, diciamo così.
Il diazepam delle benzodiazepine è una sostanza che può dare problemi di dipendenza psicologica o anche fisica. Ha diversi effetti colletarali per la maggior parte prevedibili dovuti spesso ad un'amplificazione dell'effetto. Per esempio una persona può assumere il diazepam (es. Valium) nella speranza di dormire di notte, ma poi si ritrova insonnolita anche per tutto il giorno dopo, con i riflessi rallentati, e se deve guidare o svolgere mansioni che richiedono vigilanza ci potrebbero essere prevedibili problemi. Allora questa è una amplificazione dell'effetto che da benefico è diventanto oltremodo scocciante, come se il farmaco avesse "funzionato troppo". Questo dipende dalla sensibilità individuale al farmaco, ma anche dal dosaggio assunto e se vi è stata concomitanza con altri farmaci e/o sostanze, anche l'alcol.
Cosa intendiamo per "distribuzione dei farmaci"? La distribuzione dei farmaci è il processo per cui i farmaci si distribuiscono nei fluidi (sangue, linfa, liquido extra cellulare o intra cellulare detto rispettivamente LEC e LIC, liquido cerebro-spinale detto LCS). L'eparina e il mannitolo per esempio sono molecole grosse: rimangono nel sangue perché non sono in grado, poiché troppo grosse, di extra vasare, di fuoriuscire dal capillare traminte le sue fenestrazioni per diapedesi, che è il movimento delle cellule che escono dal capillare sanguigno entro il quale stavano viaggiando sfruttando il circolo il cui movimento è impresso dall'azione pompante del muscolo cardiaco. Molecole più piccole che viaggiano nel corpo attraverso il circolo ematico riescono invece a fuoriuscire dai capillari e così raggiungono i tessuti circostanti, dove vanno ad agire a livello cellulare legandosi ai recettori che le cellule espongono all'esterno.
Altri farmaci però non si legano ai recettori esposti sulla membrana cellulare, bensì penetrano direttamente all'interno della cellula e raggiungono il LIC, il citoplasma o il citosol. Ciò dipende da come è fatto un farmaco... le cellule sono circondata da una membrana plasmatica fosfolipidica con annesse proteine di membrana con vario tipo e funzione, le quali sono sintetizzate dal DNA cellulare. I farmaci lipofili possono attraversare la membrana cellulare. Ci sono organi che sono fisiologicamente molto irrorati. Più un organo è vascolarizzato, e più ha modo di "succhiarsi" il farmaco che passa per quella rete di arteriole e capillari che va ad irrorarlo. L'encefalo è molto vascolarizzato.
Ci sono appunto anche molecole di farmaci che vanno a legarsi alle proteine tissutali che sono dei recettori sulla superficie cellulare, senza però penetrare nel LIC. Tale legame non è permanente. Il farmaco poi si stacca dal recettore esposto sulla cellula, comportandosi in modo dinamico. Se le molecole di farmaco vanno a legarsi ad altre molecole, per esempio all'albumina, si forma un complesso bi-molecolare tra il farmaco e l'albumina e finché tale legame permane, il farmaco non può essere metabolizzato dal fegato ma rimane in circolo legato all'albumina.
Tra la quota legata e la quota libera di farmaco esiste un equilibrio dinamico. Se la quota libera di farmaco in circolo diminuisce, le molecole che erano legate si staccano per andare ad integrare la quota libera in calo e fare in modo che essa rimanga costante nel sangue. Perciò il legame farmaco-proteina è generalmente un legame debole in quanto il farmaco deve potersi staccare dalla proteina per andare a ripristinare la quota libera ematica. Se accade che il legame farmaco-proteina non si spezza e il farmaco non riesce più a slegarsi, allora ci possono essere effetti indesiderati dovuto all'accumulo del farmaco nei tessuti , intossicazione da farmaci che quindi non riescono neppure ad essere metabolizzati efficacemente a livello epatico e non vengono biotrasformati ed eliminati come dovrebbero.
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