sabato 30 novembre 2013

Appunti della lezione di farmacologia. Vantaggi e svantaggi della somministrazione di farmaci per via orale, sublinguale e rettale; effetto di primo passaggio epatico

Un farmaco può agire a livello locale, essere somministrato a livello locale, oppure agire a distanza dal sito di somministrazione.
Se ad esempio desidero curare una congiuntivite, potrò somministrare al mio paziente il farmaco antibiotico direttamente mettendolo nella sua congiuntiva infetta. Si tratterà questa di un'applicazione locale, detta anche topica (= localizzata).

Se invece non posso applicare direttamente il medicamento sul sito che desidero curare, perché magari si tratta di un tessuto facente parte di un organo interno al corpo, non è che per forza di cose si porta il paziente in sala operatoria e lo si apre per applicare il farmaco sul tessuto interno (che follia che sarebbe), pertanto dovrò somministrare il farmaco dall'esterno (per bocca o iniettandolo ecc) e il suo principio attivo sarà poi trasportato (dal sangue circolante!) al tessuto che desidero curare. Ovviamente sarà trasportato anche ad altri tessuti di altri organi che non sono malati, ed ecco perché alcuni farmaci danno effetti collaterali a livello di altri distretti organici...

...si parla di "assorbimento di un farmaco" per indicare il passaggio del farmaco dai siti di assorbimento AL SANGUE.

La maggior parte dei farmaci che si applicano sulla cute hanno un effetto topico, ma alcuni hanno effetto sistemico, ad es. i cerotti tansdermici.

La parte fisiologicamente deputata all'assorbimento delle sostanze alimentari come dei farmaci ingeriti NON è il fegato, che ha ruolo metabolico piuttosto, bensì l'intestino tenue. Quando si somministra un farmaco per via orale (per bocca) si deve tenere conto delle variazioni del pH. Lo stomaco dove andrà a finire ha pH acido, mentre l'intestino tenue che lo dovrà assorbire ha pH più verso la neutralità (cioè circa 7). Si dovrà tenere conto di questo ed incapsulare il farmaco in modo che i succhi gastrici dello stomaco non lo facciano fuori prima ch esso possa raggiungere il tenue. Una compressa è generalmente stratificata, cioè ci sono più strati. Questi preparati sono a lento rilascio. Lo strato esterno di rivestimento si scioglie e alla fine il farmaco libera il principio attivo nel tenue, dove sarà assorbito. Se il farmaco non è stato sperimentato su pazienti pediatrici, allora la casa farmaceutica è obbligata a scrivere che quel farmaco non è consigliato ai minori di 12 anni, in realtà può andare bene in certi casi anche per i bambini ma ovviamente va modificato il dosaggio e comunque il tutto dovrebbe sempre essere controllato dal medico pediatra.
Le compresse che resistono al pH acido dello stomaco sono dette gastro-resistenti. Il solco di incisione sulla compressa indica che essa può essere spezzata in due sulla riga del solco. Se non c'è il solco, non è consigliabile rompere la compressa perché ciò potrebbe limitare l'assorbimento del principio attivo.

Cosa intendiamo per  BIODISPONIBILITA' di un farmaco?? Questo concetto riguarda ovviamente le vie sistemiche ad eccezione di quella endovenosa. Infatti, per biodisponibilità si intende la percentuale di principio attivo somministrato che effettivamente riesce a raggiungere il circolo sanguigno sistemico (diciamo dall'aorta in giù) nonché la rapidità con la quale questa quantità di principio attivo riesce appunto ad immettersi nel circolo. Ecco perché la biodisponibilità non riguarda la somministrazione direttamente in vena, per la quale sarà ovviamente del 100% dato che il farmaco (o in generale qualsiasi sostanza) immessa direttamente in vena raggiunge per forza di cose il circolo sistemico in brevissimo tempo. Solo la via endovenosa ha infatti una biodisponibilità del 100%. Per le altre vie la percentuale varia e in certi casi diventa alquanto bassa. Ad esempio, un principio attivo può avere una bassa biodisponibilità se il farmaco viene assunto per via orale (OS, cioè oral somministration) ma una biodisponibilità più elevata se viene iniettato per via intramuscolare.

La biodisponibilità di un farmaco è influenzata anche da fattori individuali, come il metabolismo pre-sistemico, la motilità gastrica ecc.

La maggior parte dei farmaci assunti per via orale è assorbita a livello dell'intestino tenue (villi e microvilli con i capillari). Se il paziente ha poca motilità gastrico lo stomaco non fa arrivare la compressa o pastiglia del farmaco rapidamente, ma ci metterà più tempo. A volte mangiare qualcosa in concomitanza con l'assunzione della pastiglia o pastiglie aumenta la motilità gastrica e facilità il passaggio del farmaco dallo stomaco al duodeno e al tenue.

Anche una condizione di eccessivo riempimento gastrico (stomaco troppo pieno di cibo! Ha mangiato troppo! Si è ingozzato!) detto replezione, esteso anche in generale all'apparato digerente per intero, fa in modo che il cibo si interponga tra la parete dello stomaco prima, e dell'intestino poi, e impedisca l'assorbimento del farmaco che rimane "bloccato dentro tutto quel cibo, anzi quel chimo e poi chilo" pertanto il pasto non deve mai essere abbondante ma sempre moderato, e comunque questa  buona regola di salute vale anche quando non si assume alcun farmaco. La replezione inibisce la peristalsi, fa venire nausea a volte... invece la moderata assunzione di cibo, non troppo velocemente e senza "ingozzarsi" in fretta e furia, stimola la peristalsi, quindi l'assorbimento e anche, nel caso del cibo digerito, la formazione delle feci e la loro evacuazione. Vanno inoltre evitati cibi troppo grassi...perché molti farmaci sono sostanze lipofile... e perché i cibi ricchi di grassi "fanno male", diciamo così senza dilungarsi ora sui dettagli del perché e per come, ma è così...

Per quanto riguarda le preparazioni farmaceutiche, le forme liquide vengono assorbite prima e più facilmente delle forme solide.

Le forme liquide sono gli sciroppi, le emulsioni, i beveroni, le sospensioni, gli elisir... le forme solide sono le compresse, le pastiglie e le capsule.

N.B. Le capsue dei preparati a lento rilascio non vanno MAI aperte né fantumate, bensì ingerite tutte intere così come sono. Se non è possibile ingoiarle intere o il dosaggio sarebbe eccessivo, è necessario cambiare forma farmaceutica.

Moltissimi farmaci, forse la maggior parte di essi, vengono assunti per via orale (OS). Il vantaggio della via orale è che il paziente li può assumere autonomamente se è in grado, e non ha bisogno che qualcuno glieli somministri, come invece spesso accade nel caso delle iniezioni intramuscolo. La compliance del paziente, cioè la sua aderenza al protocollo terapeutico stabilito, è maggiore. La via orale è più sicura, più economica, più comoda. Gli svantaggi invece riguardano il fatto che il paziente deve essere collaborante, almeno per il fatto che deve poter deglutire senza problemi il farmaco. La comparsa dell'effetto del farmaco è più tardiva ovviamente di quella del farmaco somministrato endovena o iniettato intramuscolo o sottocute.  Talvolta sono necessarie più somministrazioni al giorno. Inoltre, in alcuni casi ci possono essere effetti gastrolesivi, come nel caso dei FANS (farmaci anti infiammatori non steroidei) che vanno assunti a stomaco abbastanza pieno oppure insieme ad un farmaco che fornisce protezione gastrica (gastroprottettivo o "salvastomaco").

N.B. La via orale NON va assolutamente confusa con la via sublinguale. Nel primo caso (OS) il farmaco viene ingoiato e transita attraverso l'apparato digerente, dove viene assorbito al ivello del tenue. Nel secondo caso, il principio attivo è rilasciato sotto la lingua, nella mucosa, e penetra nei capillari sotto la lingua, finendo direttamente nel circolo. La via sublinguale è più diretta e rapida di quella orale.  La pastiglia sublinguale va sciolta sotto la lingua e non deglutita.

Molti farmaci cardioattivi, per il cuore, vanno assunti per via sublinguale, come pure alcuni farmaci per regolare la pressione.

Facciamo un esempio tratto dalla vita quotidiana (se ne vedono di tutti i colori): una persona vuole assumere un farmaco anti infiammatorio e prende una bustina di OKI (ketoprofene sotto forma di sali di lisina) che fa parte della categoria dei FANS (farmaci anti infiammatori non steroidei). Vediamo che tale individuo non si preoccupa di procurarsi un bicchiere con dell'acqua e un cucchiaino per sciogliere il farmaco, bensì apre la bustina e si ficca la polverina sotto la lingua. Se capita qualche cosa al paziente, qualsiasi cosa, riconducibile a quel farmaco, la casa farmaceutica non ne risponderà a livello legale in quanto i suoi avvocati profumatamente pagati diranno che il paziente ha sbagliato via di somministrazione, in quanto era scritto che il farmaco andava assunto sciolto nell'acqua e non per via sublinguale.

C'è una via in parte analoga a quella sublinguale, nel senso che sfrutta la presenza della mucosa e dei capillari sottostanti: è quella dell'orifizio anale. I farmaci assunti per via rettale si trovano in forma di supposte. La mucosa che riveste l'ano e il retto è ben irrorata di sangue, pertanto anche la supposta può avere una buona biodisponibilità, tranne nel caso in cui il retto sia ostruito da materiale fecale, il quale limiterebbe l'assorbimento del principio attivo. Quindi prima di usare o somministrare una supposta, specie a persone non molto in controllo delle loro funzioni fisiologiche o della loro igiene personale a riguardo, andrebbe controllata la pervietà del retto. Se è presente materiale fecale, lo si deve rimuovere o pulire o in certi casi è bene praticare un clistere o enteroclisma anche a basso volume prima di procedere con la somministrazione della supposta. Per i bambini basta che sia pulito.

Un vantaggio della via sublinguale e di quella rettale è quello di saltare l'effetto di primo passaggio epatico, cioè il metabolismo epatico dei farmaci che invece avviene quando il farmaco è assunto per via orale e assorbito dal sangue nell'intestino tenue e quindi subito portato al fegato. Inoltre, se il paziente ha nausea e vomito o è disfagico, cioè fatica a deglutire bene, la via rettale evita problemi. Va bene anche per pazienti con problemi cognitivi o alterazione dello stato di coscienza.  Gli svantaggi della via rettale riguardano le patologie ano-rettali oppure le emorroidi. A volte una persona, a livello psicologico, può sentirsi imbarazzata... un bambino può cercare di espellere la supposta pensando di avere lo stimolo ad evacuare. Un anziano con problemi cognitivi può fare la medesima cosa o dirsi infastidito finché la supposta non si scioglie.

L'effetto di primo passaggio epatico riguarda sostanzialmente la via di somministrazione orale del farmaco. Il sangue che è refluo dall'intestino arriva al fegato, dove viene in buona parte inattivato. Al SNC arriva poco di quel farmaco. Anche il farmaco somministrato endovena verrà metabolizzato, perché attraverso il sangue arriva a tutti i tessuti, anche al fegato, ma dopo essere arrivato all'organo bersaglio (a meno che l'organo bersaglio non sia il fegato stesso). La via orale invece fa arrivare il farmaco al fegato prima che ai tessuti cui è destinato, il fegato lo metabolizza in buona parte e all'organo bersaglio arriva solo quel che resta di esso.